I desideri dello Spirito

Quante volte ci siamo sentiti rivolgere o abbiamo rivolto ad altri l’invito: «Esprimi un desiderio». Interessante: i desideri non si “pensano”, né si “fanno”, ma si esprimono. Quasi a voler indicare che i desideri, collocati dentro di noi, nella nostra parte più profonda, hanno bisogno di essere in certo modo “spremuti” da questa nostra interiorità, cosicché possano fuoriuscire, come una sorta di “succo concentrato”.

A questo proposito, un ricordo…

Erano gli anni dell’università. Si condividevano le scoperte fatte durante le lezioni; un giorno, un’amica che studiava chimica, entusiasta, disse: «da un’arancia abbiamo estratto l’essenza; e sai? L’essenza di un’arancia è: una sola goccia».

Ecco: tutto il nostro mondo di desideri, in fondo si riduce a…. una sola goccia, concentrata…

Tutti i nostri grandi o piccoli, tanti e diversi desideri, non sono che la modulazione di questo desiderio di fondo, che come goccia concentrata custodiamo in noi e possiamo alimentare proprio attraverso l’esercizio del desiderare.

 De-siderio, parola antica, indica una tensione verso…. le stelle, verso il cielo.

È scritto nel cuore dell’uomo il suo congenito essere proteso al di là di se stesso, alla struggente ricerca di un “Tu” che lo appaghi fino in fondo, che lo sazi di pienezza, di vita, di significato.

Il desiderio si muove in questa tensione; e nel vuoto che percepiamo tra ciò che siamo e ciò verso cui aspiriamo, il desiderio scava uno spazio, dove l’espressione creativa riesce a dire quello che le parole faticano a descrivere: lo struggimento per la distanza che ci separa da esso; l’attesa impaziente di vederlo realizzato; la nostalgia per qualcosa di appena assaporato, e che si vorrebbe godere in tutta la sua pienezza. La musica, la poesia, l’arte in generale, ma anche quella forma di “arte povera” data dalle lacrime, sono il segno, la “parola” con cui il desiderio si articola.

È il solco in cui assume forma quell’indescrivibile stato d’animo per cui ciò che siamo “non ci basta”, e vorremmo di più: il di più che sospiriamo, verso cui aneliamo, è ritmato dal desiderio.

 

Desiderare, voce del verbo pregare

Sì: esiste un intreccio strettissimo tra preghiera e desiderio.

Pregare è molto più che “dire preghiere”.

Pregare è portare davanti al Signore in silenzio il proprio desiderio. Quella “goccia” in cui è concentrata ogni nostra altra aspirazione, richiesta, domanda…

Ci vuole tanto silenzio, e la pazienza di raccogliersi interiormente, lasciando perdere quelli che sono desideri in fin dei conti secondari e passeggeri, per dare ascolto a quella “goccia di desiderio” che ci abita in profondità. Desiderio che la nostra vita giunga a compimento, e non resti un’”incompiuta”, come certe opere…

desiderio, cioè, che ci si sveli il senso di questo nostro affannarci tanto, e poi soffrire, e poi lottare; e il senso, ciò che dà compimento, si trova solo nell’amore. È l’amore vissuto, donato, intercorso, a rendere una vita compiuta; è l’amore mancato, negato, offeso, a lasciare la vita incompiuta.

Ne era certo anche S. Agostino, che alla sua gente semplice di Ippona insegnava questa “forma alta” di preghiera:

Sia dinanzi a Dio il tuo desiderio; ed il Padre, che vede nel segreto, lo esaudirà. Il tuo desiderio è la tua preghiera; se continuo è il desiderio, continua è la preghiera.

E ancora:

C’è una preghiera interiore che non conosce interruzione, ed è il desiderio. Qualunque cosa tu faccia, se alimenti il desiderio della vita eterna, non smetti mai di pregare. 

E infine:

Se non vuoi interrompere la preghiera, non cessare mai di desiderare. Il tuo desiderio continuo sarà la tua continua voce. Tacerai se cesserai di amare.

Il gelo della carità è il silenzio del cuore; l’ardore della carità è il grido del cuore. Se sempre permane la carità, tu sempre gridi; se sempre gridi, sempre desideri…

(Esp. Sal 37, 14)

Ma vi è di più.

Nella preghiera non siamo soli a pregare… ce lo assicura S. Paolo:

…lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.

(Rm 8, 26-27)

 

Stupendo! portiamo in noi stessi una presenza che, silenziosamente e dolcemente, fa fluire verso il Padre desideri di vita e di pace, per noi.

È lo Spirito Santo, che come sorgente interiore scorre dentro di noi, continuamente, dando espressione e voce a quella preghiera che noi tante volte fatichiamo a partorire.

Una sorgente abbondante di acqua fresca, quella dello Spirito Santo in noi, più intima a noi di noi stessi.

Tuffare la nostra “goccia di desiderio” nella sorgente interiore che è lo Spirito Santo, questo è pregare. Lasciarsi fare, agire dalla corrente mite dello Spirito Santo, che è sempre all’opera per creare novità di bene, di vita e di pace; sempre ricco di fantasia, anzi: di “fantasia scapigliatissima”, per fare nuovo questo mondo così bisognoso, e prima di tutto per fare nuovo il nostro povero cuore.

È Pentecoste: Vieni, Spirito Santo!

 

***

 

Vieni, Santo Spirito, rendimi attento

ai tuoi desideri di vita e di pace,

aiutami ad accoglierli

e a tradurli in gesti di vita e di pace.

Perché la sorgente che tu sei in me disseti molti altri.

Commenti(9)

  1. p. Giuseppe Rombaldoni dice

    Siete state fantastiche; il Signore vi illumini e vi protegga sempre sotto lo sguardo paterno del N.S.P. Agostino e alla Luce Splendida dello Spirito Santo. Buona Festa di Pentecoste

  2. p. Giuseppe Rombaldoni dice

    Mi piacerebbe tanto trascorrere qualche giorno con voi ma non so come raggiungervi. Buona serata

  3. Giuseppe dice

    Bellissimo!

  4. Maria Rosaria Nola dice

    Grazie ….. mi avete dato risposta a ciò che chiedevo …..

  5. francesco dice

    Bellissima meditazione, come una freccia che ferisce il cuore. La sera di Pasqua, mentre erano chiuse le porte, venne Gesù, stette in mezzo ai suoi e disse: pace! L’abbandonato ritorna da coloro che lo avevano abbandonato, non accusa nessuno, avvia processi di vita; gestisce la fragilità dei suoi con un metodo umanissimo e creativo: li rassicura che il suo amore per loro è intatto; ribadisce la sua fiducia testarda, illogica e totale in loro, come oggi in noi.
    E infine gioca al rialzo, offre un di più: alitò su di loro, adesso su di noi, dicendo: ricevete lo Spirito Santo. Lo Spirito è il respiro di Dio, in quella stanza chiusa, in quella situazione asfittica, entra il respiro ampio e profondo di Dio, l’ossigeno del cielo.
    Felice Pentecoste.

  6. Giulia Taddei dice

    Grazie per la bellissima meditazione. Che lo Spirito ci dia la possibilità di ascoltare la voce di Dio che parla incessantemente al nostro cuore.

  7. Monic dice

    Bellissimo. Lo Spirito accenda il desiderio e ci infiammi tutte d’amore! e l’amore si diffonda come fiammelle di fuoco ad accendere altri cuori e alimentare altri desideri. Sembra un gioco, ma è il dinamismo dello Spirito che con “fretta” spinse Maria e con impeto spalanca le porte del cenacolo. La sua corsa raggiunge l’altro estremo e nulla si sottrae al suo calore. Aspetto anch’io la mia fiammella!

  8. Monic dice

    Felice Pentecoste!

  9. Wanda dice

    Bellissime meditazioni.

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