La Casa dove abbiamo vissuto qui a Rossano per dieci anni prima di trasferirci nel Monastero vero e proprio era concepita tutta attorno ad una scala. Gli spostamenti da un piano all’altro non passavano inosservati: ogni volta si sentiva il rumore dei passi di chi saliva o scendeva. Eravamo diventate abilissime a riconoscere chi fosse la Sorella che saliva o scendeva le scale.

Ogni passo ha un suo timbro inconfondibile. Il passo della persona amata è riconoscibile fra mille.

Tra tutti, il primo passo è quello decisivo: segna la presa di distanza dalla posizione inerte, quella della staticità.

Il primo passo è l’inizio dell’avverarsi della promessa che le distanze si accorceranno, che una riconciliazione avverrà, che qualcosa di nuovo si sta preparando, e finché non ti scuoti dal tuo immobilismo e non cominci a camminare non lo saprai mai.

La speranza è la molla segreta del primo passo: ti fa vincere la paura e ti convince che alla tana del tuo cantuccio tiepido e grigio sia preferibile l’aria frizzante della strada, incognite comprese.

«I passi del mio vagare tu, o Dio, li hai contati» (Sal 56, 9): non si tratta di un semplice contapassi; Dio tiene conto di ciò che c’è in ogni nostro passo: quel carico di vita tante volte dolente che può sfuggire agli occhi degli uomini, ma non al suo cuore attento.

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Ti ricordiamo il link per sostenere il Progetto di parco giardino al Monastero Sant’Agostino: https://www.forfunding.intesasanpaolo.com/DonationPlatform-ISP/nav/progetto/Monache-Agostiniane-Rossano-progetto-parco-giardino