Noi Monache, chi siamo?


La nostra storia in breve

La nostra comunità costituisce l'unica presenza di Monache Agostiniane di vita contemplativa nel Sud Italia. I nostri punti di riferimento sono, da una parte, la spiritualità di S. Agostino  (354-430 d. C.) e la sua Regola; dall’altra, la storia di santità dell’Ordine, sorto nel 1256 nel periodo in cui fiorivano gli Ordini mendicanti.

Siamo partite nel giugno 2009 dall’Eremo di Lecceto, un antico monastero agostiniano nelle vicinanze di Siena, per approdare in Calabria e precisamente a Rossano, costa ionica cosentina, e dare qui inizio ad un nuovo monastero.

In questa porzione di terra calabrese cerchiamo di alimentare il valore della preghiera e la preziosità di una vita fraterna nella carità e nell’amicizia; “Insegnateci a pregare”, questa è stata la consegna che abbiamo ricevuto dal Vescovo, il giorno del nostro solenne Ingresso in Diocesi: era il 19 giugno 2009.

Viviamo la nostra vita fraterna nella semplicità di relazioni che cercano l’autenticità dell’amicizia e si aprono alla condivisione della vita e della fede coi fratelli.

Dove siamo

Ci troviamo in una zona che trasuda bellezza, storia e spiritualità:  "la montagna santa di Rossano", così denominata perché abitata, nel corso dei secoli, da monaci che vivevano come eremiti o in piccole fraternità, e che, con la loro vita di nascondimento, offerta, preghiera, hanno lasciato una traccia indelebile: una traccia di santità.

Il nostro Monastero S. Agostino, collocato sulla sommità di una collina, tra il Mar Ionio e la Sila greca, si presenta come una piccola città posta sul monte.

Per 10 anni, dal 2009 al 2019, abbiamo vissuto nella “Casa Madonna del Buon Consiglio”, messa a nostra disposizione dalla Diocesi, in attesa dei lavori di ristrutturazione dell'antico Seminario estivo della Diocesi, per adibirlo a monastero. Il 28 agosto 2019 è avvenuta la solenne benedizione del Monastero Sant'Agostino: un ambiente più spazioso e adeguato ad accogliere la vita di una Comunità monastica. Il luogo favorisce il silenzio, il raccoglimento in se stessi e il senso di meraviglia per la bellezza del creato.

Vita contemplativa: cos'è

La "vita contemplativa" non è qualcosa di astratto o estraneo alla storia, ma un modo di guardarla in profondità, con senso di serietà e corresponsabilità.

La nostra preghiera, che scandisce il ritmo della giornata, ci ricorda che non siamo gettati nel mondo “per caso”, ma sorretti, preceduti e avvolti dall’amore di Dio, che desidera per noi il bene; la preghiera orienta il vissuto di tutti verso Dio, presentandolo al suo Cuore di Padre.

Nell’ordinarietà dei giorni, scopriamo ogni volta nuove le modalità attraverso cui Dio si prende cura di noi e della storia in genere; ci sentiamo stimolate dalla sua Parola a donarci agli altri, con semplicità e generosità, offrendo tempo, nel calore dell'amicizia, per l’ascolto e per l’accoglienza delle tante ferite che segnano l’esistenza; infine dando la possibilità di partecipare ai nostri momenti di preghiera.

Siamo in un cammino di misericordia. Il fine della vita monastica è la misericordia. Tutto ciò che viviamo è per imparare ad amare e a lasciarci amare. Occorre il cammino di tutta una vita. Nelle relazioni fraterne scopro le mie debolezze e fragilità; imparo a “lasciarmi portare” dal perdono delle altre, e a mia volta imparo ad ascoltare senza giudicare; accogliere senza preferenze; e a dilatare gli spazi del cuore verso tutto e tutti.

Siamo in cammino per diventare discepole.

Cosa ci ha spinto a fondare una nuova comunità?

Una grande passione

Quella per Dio e per la sua Parola, che ci insegna come vivere e come dare consistenza alla nostra vita.
Tutti cerchiamo un modo di vivere che non si fermi a scelte liquide, umorali o banali, ma punti ad avere una consistenza di fondo, una definitività che assuma un aggancio con l’eternità. Tutti desideriamo che della nostra vita resti traccia, e non svanisca nel nulla.

Questa definitività la troviamo nell’amore: che non è l’emozione di un momento, l’ebbrezza dell’eccesso, ma la scelta di donare la propria vita per il bene dell’altro, degli altri.
È questa passione che ci ha portato a “piantare la tenda” in un nuovo luogo, dove essere un’umile presenza di amore.