La Messa nella Cena del Signore del Giovedì Santo, che segna l’inizio del Triduo, è come un grande portale che anticipa e prefigura quello che celebreremo nella passione-morte-risurrezione dei tre giorni che seguiranno.

Ogni momento successivo del Triduo riceve luce dalla celebrazione in Coena Domini, con la memoria dell’ultima Cena nella quale Gesù ha istituito il sacramento dell’Eucaristia, memoriale della sua Pasqua, dove Egli si rende presente in modo reale con il suo corpo donato e il suo sangue versato.

Gesù svela ai suoi discepoli – e anche a noi – il senso della sua morte imminente: egli si dona liberamente, accettando fino in fondo ciò che il Padre gli chiede, cioè di rimanere nella carità, affrontando la prova del tradimento di uno dei suoi, la debolezza e la manchevolezza degli altri, accuse e atteggiamenti dettati dall’invidia e dal tornaconto personale, la condanna di un tribunale ingiusto, i dolori e la desolazione della morte.

Solo così Gesù poteva portare la vita laddove ristagnava la morte con le sue logiche.

Il gesto della lavanda dei piedi, incastonato in questa celebrazione, ci aiuta a imprimere più profondamente nel cuore l’atto compiuto da Gesù nell’ultima Cena: Gesù ci insegna l’Amore, quello con la A maiuscola.

Noi, che tante volte siamo più propensi a “farci le scarpe” che a lavarci i piedi, abbiamo estremo bisogno di conoscere questo Amore di Cristo, di lasciarci lavare i piedi da Lui, senza opporre resistenza: potremo così a nostra volta compiere verso i nostri fratelli questo stesso gesto, riformulandolo in atti, scelte, parole che dicano umile amore, disponibilità al perdono, apertura alla relazione anche quando questa attraversa fasi di tensione o incomprensione: tutto questo è rimanere nel comandamento dell’Amore.

Nell’Area Dowload è possibile consultare e scaricare la Introduzione al Triduo pasquale, dal titolo: Lettera all’amico Cristiano.