Viviamo insieme la Pasqua del Signore 14 Aprile Venerdì Santo


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L’altare spoglio della Chiesa, denudato in silenzio dopo la celebrazione della Messa «in coena Domini» accoglie l’assemblea dei fedeli, con-vocata e riunita per celebrare l’azione liturgica del Venerdì santo.

L’attenzione è tutta concentrata sul “sacrificio della croce”. Si celebra la morte di Cristo non tanto nella prospettiva del lutto quanto piuttosto nella prospettiva gloriosa della resurrezione, dunque della sua vittoria sulla morte.

La croce di Cristo è anche la cattedra dalla quale Egli ci insegna a riconoscere i segni della sua gloria, della gloria “secondo Dio”. «Padre, glorifica il tuo nome» (Gv 12,28): pregava Gesù poco prima della sua passione.

Mentre la gloria degli uomini segue la logica del “salva te stesso” (cf Lc 23,37), la gloria di Cristo è quella del chicco di grano che, cadendo a terra e morendo, produce molto frutto (cf Gv 12,24); è la gloria di chi ha amato fino alle estreme conseguenze; di chi è scomodo agli occhi del mondo perché, spendendo la sua vita per gli uomini, mette in luce anche gli egoismi, le puntigliosità, le resistenze e le invidie di molti; di chi ha rivelato e annunciato il volto misericordioso del Padre.

Le nostre croci quotidiane, per quanto pesanti e difficili, se vissute con Gesù sono anch’esse radiose di una luce che spesso non vediamo ma nella quale crediamo, e di cui abbiamo una speranza certa. Pensiamo a tante situazioni di malattia, di incomprensioni e conflitti famigliari, di delusioni e abbandoni e pensiamo a chi non fugge davanti alle proprie responsabilità ma cerca di viverle alla luce del Vangelo. La preghiera può molto.

In questo giorno proprio una lunga preghiera di intercessione, la preghiera universale, conclude il momento della Liturgia della Parola. In essa chiediamo al Padre che la passione di Gesù produca i suoi frutti per il mondo intero (per la Chiesa, il Papa, gli ordini sacri e tutti i fedeli, i catecumeni, l’unità dei cristiani, per gli ebrei, i non cristiani, per coloro che non credono in Dio, per i governanti e per i tribolati).

L’adorazione della croce è l’apice della celebrazione del Venerdì santo. La croce riceve i nostri gesti di adorazione e riverenza (la genuflessione, il bacio) quale segno della nostra gratitudine al Padre che ha dato suo Figlio per noi, e al Cristo che morendo ci ha aperto le porte della Vita.

La distribuzione della comunione con il pane consacrato nella Messa «in coena Domini» indica il nostro prendere parte al sacrificio di Cristo.

In questo giorno proprio una lunga preghiera di intercessione, la preghiera universale, conclude il momento della Liturgia della Parola. In essa chiediamo al Padre che la passione di Gesù produca i suoi frutti per il mondo intero (per la Chiesa, il Papa, gli ordini sacri e tutti i fedeli, i catecumeni, l’unità dei cristiani, per gli ebrei, i non cristiani, per coloro che non credono in Dio, per i governanti e per i tribolati).

L’adorazione della croce è l’apice della celebrazione del Venerdì santo. La croce riceve i nostri gesti di adorazione e riverenza (la genuflessione, il bacio) quale segno della nostra gratitudine al Padre che ha dato suo Figlio per noi, e al Cristo che morendo ci ha aperto le porte della Vita.

La distribuzione della comunione con il pane consacrato nella Messa «in coena Domini» indica il nostro prendere parte al sacrificio di Cristo.

Nell’Area Dowload è possibile consultare e scaricare la Introduzione al Triduo pasquale, dal titolo: Lettera all’amico Cristiano.  

 

Il programma

15:00 - 16:15 Celebrazione della Passione del Signore
17:00 - 18:00 Via Crucis itinerante