-6 a Natale

Stiamo velocemente correndo verso il Natale: ci rimane meno di una settimana.

Come vogliamo vivere questi ultimi, pochissimi giorni?

Potremmo scegliere di restare  immersi nella congestione di acquisti, addobbi e preparativi, cibarie comprese… ingolfarci insomma di cose, chi più ne ha più ne metta, come a riempire in qualche modo quel vuoto che sentiamo dentro… ma sappiamo che i nostri saranno solo rimedi temporanei, passeggeri. Passata la sbornia dei giorni di festa coi suoi banchetti infiniti, tutto tornerà come prima.

Oppure, potremmo veder scorrere quel giorno come fosse esattamente uguale agli altri, lasciarcelo andare via come se nulla fosse, in modo banale e, diciamocelo, pure presuntuoso. Anche in questo caso: perché tutto sia come sempre.

Terza possibilità: vivere quel giorno in iniziative di eccezionale spessore umanitario, essere completamente per gli altri, anzi per i più derelitti; come una specie di “superbeneficenza” che faccia venir fuori il meglio di noi, certo, …ma che sia anche di gratificazione del nostro ego, che ama sentirsi accarezzare di complimenti e sempre ingordo di espressioni come: “ma quanto sei buono”, “ma come sei bravo”, che lo tengano in piedi e lo salvino dalla depressione.

Allora, che ci resta da fare per vivere davvero questo Natale 2018?

È dai Vangeli che ci viene incontro la risposta; lì, fra quelle pagine  mai abbastanza scandagliate, rintracciamo alcune piste; piccole indicazioni per prepararci a vivere bene questo Natale…

…vediamole insieme:

  • qualcosa di più rispetto ai nostri comportamenti o atteggiamenti consueti: un’attenzione in più a chi ci vive accanto; un gesto di tenerezza in più proprio verso le “solite facce” con cui condividiamo il quotidiano con la sua ripetitività; una parola di apprezzamento in più  anziché i nostri mutismi o “sgrunt” ricorrenti…
  • qualcosa di meno dei gesti di impazienza che ci fanno facilmente sbottare; un moto di nervosismo che scegliamo di trattenere; una parola feroce che preferiamo non far uscire di bocca, per non ferire gli altri attorno a noi e per non restarne noi per primi sfigurati;
  • qualcosa di diverso rispetto a ciò che viviamo ogni giorno in modo quasi meccanico e che ci chiude in una routine ristretta e monotona: la scelta di dedicare tempo agli altri; la scelta di tenere lontano per un po’ il cellulare; di ascoltare l’altro che ci vive accanto, vivo e reale, più che quello, distante e vago, che sta aspettando un nostro cenno di vita virtuale…
  • qualcosa di ulteriore: sì, di ulteriore, perché c’è un orizzonte che ci chiama sempre oltre, a superarci, a protenderci al di là di noi stessi, e questo è l’orizzonte di Dio, attraente di bene e di bellezza; ma per poterlo scorgere occorre fare piazza pulita dentro di noi di quei “muri” che ce lo lasciano distante e ce ne impediscono la visuale. Sono i muri della diffidenza; della sfiducia; del disfattismo; anche: della ostilità e aggressività non educate, ma lasciate scorrazzare liberamente.

Questi muri, chi potrà abbatterli? Non è nelle nostre forze.  La forza è nell’inerme Bambino che vediamo giacere nel presepe, povero di tutto. Deponiamo davanti a lui il nostro cuore malandato e la nostra umanità malata e malconcia. Lasciamo che egli ci rifaccia nuovi, e nuovi dentro. E torniamo a sentire la voglia  di essere perdonati, di vivere riconciliati: con noi stessi, con gli altri e con Dio.

La via del Natale passa per l’incontro, desiderato e cercato, con la misericordia di Dio.

E questo incontro si chiama, con termine antico ma non antiquato: confessione.

 

Commenti(8)

  1. Giovanni Leone dice

    Ampia veritiera visione del Santo Natale. Atmosfera perfetta nella quale rimanere per sempre.

  2. Franco carsi dice

    Condivido

  3. Anna Maria Cucci dice

    Il Natale ci dà la possibilità almeno una volta l’anno d’interrogarci su cosa significa per noi essere cristiani:
    Riconoscere il Padre

  4. Carmelina Graziano dice

    È vero, il Natale è quella festa magica che ogni anno riesce a portarci quel messaggio di Amore, tutti diventiamo più buoni, solidali e amorevoli verso il prossimo (vicino e lontano). Siamo cosi impegnati a pensare ai regali e cene che non abbiamo tempo per ascoltare coloro con cui viviamo gomito a gomito, praticamente succede l’esatto contrario di cio che ci consiglia il Natale. Abbiamo portato nella nostra famiglia tanta solitudine per mancanza di tempo sprecato in cose effimere. Se non cerchiamo la pace nella nostra famiglia come possiamo portarla altrove? Come possiamo essere testimoni di qualcosa che non siamo?

  5. Cesare dice

    È quell’ “ulteriore” l’ingrediente indispensabile perché il cuore si apra e non rischi di ripiegarsi su se stesso, sulle proprie piccolezze e miserie. È la garanzia che i nostri sogni, i nostri progetti, coincidano con i sogni e i progetti di Dio che non stravolgono i nostri ma semplicemente li portano a compimento in una pienezza che supera (ulteriore) le nostre piccole visuali. Dio non stravolge ma sicuramente “travolge” in un turbine di senso in cui sogni e progetti personali sono super-realizzati, dove tutto diventa più grande, magnificamente più grande. Grazie delle Vostre riflessioni e buona continuazione di cammino.

  6. Luigina seren dice

    L’uomo è per natura sua uno che attende. Egli è pieno di desideri , di speranze e nelle sue azioni cerca di ottenere quelle certezze di vita che, tuttavia, risultano sempre precarie .
    Si potrebbe dire: ” Dimmi cosa desideri e ti dirò chi sei ” …Cosa il nostro cuore attende e spera : quali sono le vere attese che aprono la porta alla venuta del Salvatore.
    ” Vieni Signore Gesù a guidare i nostri passi “

  7. Giuseppe dice

    Grazie, sorelle, come sempre!
    Questa volta il vostro scritto sul Natale mi ha fatto ricordare le parole di Primo Mazzolari “Noi riconosciamo una gerarchia di valori personali e collettivi ove il primo sia colui che serva”.
    Il tutto è iniziato col Natale…. per~dono!
    Pace, salute e serenità.
    Augurissimi.

  8. Lucia Miccoli dice

    Condivido pienamente la riflessione che ho letto sul vostro sito per prepararsi al Natale. Bisogna proprio ripartire dalla semplicità nel quotidiano per riscoprire valori grandi dimenticati a causa della frettolosità e della corsa costante che il mondo odierno impone. L’esperienza della novena mattutina che quest’anno ho voluto fare, nell’attesa del Natale, mi sta aiutando ad avvicinarmi meglio e più consapevolmente, al Grande Mistero.

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