Le parole del Lunedì/  FRETTA

Fretta buona, amica della vita; fretta malata, che ci sottrae vita: entrambe fanno parte delle nostre storie.

La fretta ha a che fare col nostro modo di vivere il tempo: si vorrebbe farci star dentro tutto, nelle sole 24 ore giornaliere a nostra disposizione, e questo imprime al fare un ritmo sostenuto, cosicché se da un lato ci permette di arrivare là dove ci eravamo prefissi, dall’altro ci costringe a rimanere sulla superficie delle cose. Insomma: la fretta è sì uno stimolo a muoverci con sollecitudine, ma rischia di mantenerci a distanza dalla dimensione della profondità, così necessaria per riflettere, discernere, valutare.

Il punto infatti non è: arrivare dovunque, ma piuttosto: cosa ritengo davvero importante, a preferenza di altro?

Fretta buona e fretta malata: la Scrittura le conosce bene entrambe. Da un lato rimprovera la fretta: il popolo di Israele, uscito dall’Egitto dove viveva una schiavitù disumanizzante, ha fretta di entrare nella Terra che Dio gli ha promesso; occorrerà invece un cammino ben lungo per arrivare a comprendere che più della Terra dove scorrono latte e miele, è l’alleanza di Dio la vera Terra Promessa da abitare: con gli affetti del cuore, non coi kilometri da coprire a piedi.

Ma ci sono anche, specie nei Vangeli, espressioni che comunicano freschezza, ritmo, audacia, vita e vita nuova: «Maria si alzò e andò in fretta» (Lc 1, 39), cioè: senza indugiare, senza star lì a rimuginare troppo: “farò bene o no?”, senza perdere tempo, insomma.

Anche Zaccheo, dietro l’invito di Gesù: «Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua!», scende «in fretta» (Lc 19, 6) dal sicomoro dove era appollaiato per vedere senza troppo coinvolgimento quel Maestro che sta attraversando Gerico; e nella sua prontezza puoi rintracciare qualcosa del ritmo della Resurrezione, ritmo fatto di passi veloci, corse alle prime ore del giorno e poi ancora ripartenze senza indugi addirittura nel cuore della notte, affrontando i rischi del buio ormai senza paura. «In fretta», in questo caso, è ben avvicinabile al: «Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti!”» che gli angeli dicono alle donne venute al sepolcro (Mt 28, 7).

La Scrittura ci mette davanti entrambi i tipi di fretta, e alla fine ci pone la domanda: tu, di quale fretta vuoi essere?

 

 

Commenti(2)

  1. Cinzia dice

    I Latini dicevano:”Festina Lente!”. Il tempo del centellinare, del gustare a piccoli morsi, del contemplare e cercare di scoprire qualcosa che prima era sfuggito. Questo, Sorelle carissime, vorrei poter vivere come tempo. Ma di certo è arduo riuscirci: dobbiamo “arrivare a risultato”, nella vita quotidiana, e spesso è questo che ci viene riconosciuto. Il “come, quando, perché” non è richiesto. Dovremmo riappropriarcene, come fecero la Madonna e le donne del mattino di Pasqua, seguendo quella sana sollecitudine che ci spinge alla profondità della nostra essenza.

  2. Giuseppe dice

    Care sorelle, non è per caso che nell’immagine posta a corollario della vostra meditazione abbiate sottolineato la parola ‘subito’!

    “Estote parati” (Lc 12,40): Tenetevi pronti! E Zaccheo è pronto a soddisfare “subito” la richiesta di Gesù.

    “Estote parati” … e la nostra Maestra, Maria, è pronta a conformarsi “subito” alla richiesta di Dio: Ecco la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola! (Lc 1,38)

    Aderire immediatamente alle richieste del Signore richiede un continuo lavoro di preparazione su noi stessi: è Maria il nostro modello. È bello prendere spunto da una famosa tela di Antonello da Messina, l’Annunciata: all’arrivo dell’angelo Gabriele le pagine delle Scritture si sollevano, la mano destra di Maria sospesa in aria a testimoniare il suo turbamento e quindi il suo “Sì” che dà inizio alla storia della Salvezza che ha Gesù come protagonista.

    Ecco la prima lezione di Maria: “Lampada ai miei passi Signore la tua parola!” (Sal 119,105), conformarsi alla volontà di Dio coerenti con la Sua Parola, pronti a trasformare la “fretta” in tempo ordinario, per cui il subito (Hic et Nunc) fa parte del nostro stile di vita.

    È così? Il mondo della salute ci offre uno spunto di riflessione con la definizione di Pronto Soccorso “struttura dell’Ospedale dedicata al trattamento delle urgenze e delle emergenze sanitarie”, non c’è nulla da preparare, è tutto già pronto: la fretta diviene pianificazione di lavoro ordinaria, a condizione che la struttura sia conforme e coerente con la definizione data!

Invia commento

Prenota il tuo posto