Quando in ballo c’è la nostra incolumità e ci sentiamo in pericolo, scatta quella “corsa all’incontrario” che è la fuga. A volte non c’è bisogno di coprire distanze, perché è dentro che si scappa: pensiamo alla fuga dalle responsabilità, o da situazioni sfidanti, da contesti che stimolano a un passo
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Forse stiamo dimenticando o accantonando certe parole, che di conseguenza sembrano aver smarrito la loro carica. Letteralmente, continenza significa tenere insieme: l’affetto e il sentire; il pensare e il decidere; il fare e l’agire: in una compagine che tenda all’armonia. Perché questo sia possibile, occorre rendersi disponibili a quell’operazione così
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Chissà in quanti, da oggi, superate code chilometriche, rallentamenti, file, sopravvissuti all’afa e all’arsura, ad un certo punto si sentiranno dire dalla voce metallica del navigatore: “Hai raggiunto la meta del tuo viaggio”. Si può viaggiare spaziando in estensione, macinando chilometri, coprendo distanze, raggiungendo mete esotiche e lontane. Ma è
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Una macchia verde grande come un francobollo, a interrompere la distesa sconfinata della sabbia. Ormai a secco con le tue riserve salvavita, finalmente trovi di che fare il pieno: ombra, fresco, e soprattutto – e soprattutto – acqua. Ché senz’acqua si muore per davvero. Nell’immaginario collettivo, l’oasi funziona un po’
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C’è chi pensa che la clausura sia una forma di morte anzitempo: niente svaghi, niente movimento, niente poter fare quello che vorresti. Costrizione, delimitazione degli spazi; insomma, quasi un carcere. La gente ci guarda con occhi di commiserazione: “poverine, avranno avuto una delusione amorosa…”. Cerchiamo di oltrepassare i luoghi comuni,
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Fra mille bisogni, un neonato è capace di un piccolo dono: il sorriso. Come a dire: «Sì, sei proprio tu, sono proprio io. Mi posso fidare». Una primordiale forma di comunicazione. Un messaggio potente, base di appoggio per tutte le successive parole: «Ti riconosco, non sei un estraneo». Un sorriso
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Quando c’è una mamma che allatta, si fa silenzio. Il ritmo rallenta, e intanto si intesse un dialogo segreto, attraverso il quale non passa solo il nutrimento, ma molto di più: il neonato riceve, e lo intuisce già, tutto l’amore della madre, la sua dedizione, e insieme tutto l’impegno di
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Non riusciamo proprio a fare come se non fosse. Progetti, planning, la quotidianità si muove come al solito, eppure il pensiero non si distoglie dal senso di una gravità incombente, che ci riguarda tutti. Che fare? Abbiamo una risorsa a disposizione: la supplica. Linguaggio e postura, insieme. La supplica chiede
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Anche le nostre barchette, che si cautelano in ogni modo contro rischi e imprevisti, sanno cosa significa impattare uno scoglio. Può trattarsi di una dura materia di studio; oppure, di una difficoltà relazionale; o ancora, di una malattia che arriva non sai come, senza preavviso a mandare all’aria il tuo
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Molto prima di essere usato per la tv o l’informatica, un programma era avviso pubblico, ufficiale e solenne: nell’antica Grecia indicava l’argomento che si doveva discutere nell’adunanza dei cittadini. Farsi un programma, definire un programma, è un po’ come mettere in ordine i tanti pezzi del vivere, secondo una scala
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