Le parole del Lunedì/  FARMACO

medicine per il fisico

Non c’è dubbio: viviamo in un mondo malato.

Non solo: ciascuno ha qualcosa da curare. Col debito corredo di medicine, rimedi, programmi terapeutici.

Viviamo sempre in tensione tra due polarità: la spasmodica ricerca della perfetta forma fisica, e l’ansiosa constatazione di qualcosa di noi che non funziona a dovere.

Un farmaco che ci faccia guarire per davvero: chi non pagherebbe per averlo! Come certe pozioni magiche, che nei cartoni animati arrivavano a risolvere le situazioni critiche.

Invece rimaniamo col peso delle nostre malattie, che tante volte non sono solo fisiche: pensiamo a certe tristezze, o solitudini, o amarezze; o a quelle ruggini depositate laggiù in fondo, e che possono fare la cancrena. Malattie del cuore, che non si curano né con le gocce, né con le pasticche.

Quaresima, tempo di cura. Tempo in cui prendere coscienza di quelle che sono le malattie del cuore, e della loro interiore radice: quella superbia che, dice Agostino, è capace di «insidiare anche le opere buone per vanificarle» (Regola, n. 8).

Il medico celeste è qui, in attesa che gli presentiamo il nostro cuore malato: la medicina della sua misericordia unge come balsamo ogni ferita, anche quelle più profonde, e ci restituisce l’orizzonte della grande speranza: siamo cari al cuore di Dio; neppure un capello del nostro capo andrà perduto (Lc 21, 18).

«Signore, tu lo vedi: non le nascondo, le mie ferite. Tu sei il medico, io l’ammalato; tu hai la misericordia, io la miseria» (S. Agostino, Confessioni 10, 28, 39).

 

Commento

  1. Enzo dice

    Siete grandi. Un caro sincero abbraccio

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