Le parole del Lunedì/  TERRA

Siamo mobili, iperdinamici, in continuo movimento, eppure qualcosa in noi ci avvicina agli alberi: il bisogno di radicarci, di avere stabilità. Il sogno di un emigrato, ci raccontano gli amici calabresi, è che i sacrifici di un lavoro all’estero portino a mettere da parte un gruzzoletto per tornare nel proprio paese e qui costruirsi una casa, assicurarsi un pezzetto di terra in cui vivere con serenità.

La terra in cui siamo nati ce la portiamo dentro. Poi, potremo anche raggiungere terre migliori e più belle, ma la terra madre rimane insostituibile. Di più: ci trasmette una storia: quella dei nostri padri, delle generazioni prima di noi, dei nostri antenati… il deposito di una cultura, un concentrato di esperienze, vissuti, saggezza.

Assistiamo a processi migratori continui, senza sosta: alcuni volontari, il più delle volte invece costretti: da un clima divenuto ostile, oppure da ostilità fraterne. Proprio la terra che per prima ci ha ospitato, si è obbligati ad abbandonarla. Strappo talmente lacerante da costituire un trauma.

La Bibbia conosce questi sradicamenti, e il travaso di popoli da una terra ad un’altra: vissuti ogni volta carichi di dolore e lacrime: la terra in cui nasciamo è la nostra prima fonte di identità, doverla abbandonare mette in discussione chi siamo.

Siamo il risultato di tante terre: accolte, raggiunte, lasciate. In tensione tra il desiderio di possedere almeno un pezzetto di terra, e la consapevolezza di non poterla trattenere, questa terra, ma anzi di doverla lasciare, prima o poi.

Eppure, restiamo figli di una promessa che viene dall’alto e da lontano: quella di una Terra stabile, duratura, accogliente.

Fra tante scosse, innumerevoli turbamenti, instabilità infinite, Dio non si stanca di dirci: «la tua Terra Promessa sono io!».

 

Foto: Scorcio di campagna nella pianura padana

Commenti(2)

  1. Giuseppe dice

    Parole sante che raccolgono la realtà di una terra la nostra Calabria….che conserva nel tempo la parola RADICI….E SÌ un tempo i nostri padri emigrati per costruire le fondamenta di una casa ed ora i nostri figli che dopo aver studiato vorrebbero donare i propri frutti dello studio al servizio della gente.
    Uniti Nella preghiera 🙏 per un mondo migliore.

  2. Cinzia dice

    Mi ha colpito più di tutto la foto. Chi ci è vissuto lo sa. Non è piatta, ma curva: dallo specchietto retrovisore di un’auto si coglie bene; non è qualunque, è ben connotata ed unica: chi ci è nato lo sa. Ed anche in pianura padana il radicamento è una scommessa, per chi ha fantasia e risorse da investire. Proprio lì, nella terra-madre che lo attende sempre.

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