Oggi è festa grande per la nostra Famiglia Agostiniana: celebriamo Maria, madre del Buon Consiglio. Nell’icona che la ritrae, c’è un dettaglio molto curioso: la mano del Bambino stringe l’orlo della veste della Madre, all’altezza del collo. Un abbraccio, si direbbe a prima vista. In realtà è molto di più: con quella sua piccola mano il Bambino si aggrappa. Eppure verrebbe da pensare che sia più corretto il contrario: è la Madre che vorremmo vedere aggrappata al Figlio. E difatti è così.

Però è vero anche il messaggio dell’icona: il Bambino, così indifeso e fragile, in certo senso rappresenta tutta l’umanità, bisognosa di un “aggrappo” forte, sicuro: ecco il perché di quella piccola mano stretta a Maria.

E noi, a cosa ci aggrappiamo?

Quando avvertiamo il vuoto, o la solitudine, o la fatica di trovare il senso a tante situazioni, a quale “aggrappo” ricorriamo?

Il Bambino, con l’intuito proprio dei piccoli, si aggrappa alla Madre: tenera, forte, sicura.

A sua volta, lei, la Madre, si aggrappa alla Parola: vera, certa, fedele.

In un lontano tempo di Pasqua, Agostino si aggrappò insieme con i suoi fedeli alla Parola di Dio che accompagnava quei primi giorni dopo la celebrazione della Passione e Resurrezione del Signore: rilesse insieme a loro la Prima Lettera di S. Giovanni. Ne nacque un Commento in dieci Omelie ancora oggi di straordinaria bellezza: https://www.augustinus.it/italiano/commento_lsg/index.htm

Aggrapparsi ai ricordi rende nostalgici.

Aggrapparsi alle cose rende dipendenti.

Aggrapparsi alla Parola crea un aggancio fiducioso al futuro.