Le parole del Lunedì/  AFFETTO

affetto

Sincero, tenero, speciale, devoto, profondo, intenso. E si potrebbe proseguire. Gli aggettivi che accompagnano l’affetto, a chiusura di lettere, mail, messaggio di vario tipo, sono tanti e variegati. Più spesso si ricorre al consueto: “Con affetto”, e ormai è quasi un cliché, un pro forma.

In realtà, dire “affetto” è già dichiararsi: non resto insensibile, non mi sei indifferente. La tua presenza mi lascia un’impronta nel cuore, e desidero che ciò accada anche in te.

L’affetto non è una guarnizione di panna montata per ricoprire ogni genere di situazioni. È semmai la radice buona che sostiene ogni tipo di atto: dalla carezza al rimprovero.

La vita si sviluppa e cresce solo in un contesto di calore affettuoso. Lo riconosciamo, come per un intuito che sa cogliere anche il non detto, il non espresso: perché l’affetto è questione di fiducia, oltre che di cuore.

Il nostro primordiale mezzo di trasporto è proprio l’affetto: con esso ci muoviamo verso l’altro, ma non solo: i piedi con cui andiamo verso Dio sono gli affetti del cuore, ci ricorda S. Agostino (cf Esp. Sal 121, 11).

Commento

  1. Eugenio Nastasi dice

    La parola di oggi pare un abbrivo di barca che tenta l’alto mare, non è navigazione vera ma è un procedere lento e sicuro, un accostarsi alla vastità e profondità della grande strada azzurra, come recitava il titolo di un film di tanti anni fa. Detto del campo emotivo, affetto è già bisogno di prossimità, assaggio di tenerezza e voglia di scambio, di confidenza: dunque non è amore ma è già desiderio di offerta di sé per amicizia. Nel rapporto con gli altri il sentiero più intimo e sincero, la chiusa di un messaggio che già impegna un rapporto: con affetto, tuo….ecc. Provare affetto per Dio è chiedere un appuntamento di simpatia, la foce sicura di un torrente già pronto verso un’immensa trasparenza d’amore.

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