Oggigiorno le frecce sono soprattutto segni convenzionali e indicatori di direzione. Ma un tempo erano armi micidiali. Le frecce avevano una duplice caratteristica: potevano coprire lunghe distanze; essendo dotate di punta, erano terribili e letali.
L’attitudine della freccia a ferire, resiste nel nostro immaginario, ad esempio quando parliamo di sguardi o parole “come frecce”.
La freccia conosce però anche una valorizzazione tutta positiva, e lo attesta proprio la giaculatoria. Di che si tratta? Di una breve preghiera, lanciata verso il cielo come freccia. Da arma di offesa a mezzo di supplica. Un messaggino lanciato verso Dio sotto forma di breve, anzi brevissima invocazione:
Signore, aiutami!
O Dio, vieni a salvarmi!
Abbi pietà di noi!
E in questo tempo soprattutto il grido: Vieni, Signore Gesù! Maranatha!
Intessiamo la nostra giornata di giaculatorie: le troveremo un’arma potente contro lo scoraggiamento, le paure, l’angoscia. Un’arma in grado di spuntare le frecce delle parole appuntite e degli sguardi infuocati, che spesso o a volte siamo tentati di far uscire dalla faretra del cuore.
Anzi, in esse scopriremo una risorsa: nella preoccupazione che fa soffrire, le giaculatorie creano un ponte, abbattono la solitudine, spezzano l’isolamento e allacciano con sicurezza al cuore di Dio.
Commento
Giuseppe dice
12 Dicembre 2024 alle 19:41Carissime sorelle,
questa volta la vostra parola del lunedì mi ha portato a rileggermi il Motto dello Scautismo così come formulato nel 1908 dal fondatore Robert Baden-Powell “Be prepared” la cui traduzione letterale è “Sii preparato” e che in molte associazioni viene tradotto con l’espressione latina “Estote parati” (Tenetevi pronti), quasi a richiamare il Vangelo di Matteo (24,44).
Nello spirito dello Scautismo, questo motto sta a significare che bisogna essere sempre pronti, nella mente e nel corpo, a fare il proprio dovere.
Cioè:
Siate pronti nella mente esercitandovi alla disciplina e all’obbedienza, e anche riflettendo su ogni possibile incidente o imprevisto che può capitare, in modo da riconoscere la cosa giusta da fare nel momento giusto, ed essere desiderosi di farlo.
Siate pronti nel corpo tenendovi forti, attivi e abili nel fare la cosa giusta nel momento giusto, e fatelo.»
Sembra di essere fuori tema, ma voglio condividere la mia giaculatoria preferita da più di 40 anni che è una amplificazione di “Estote parati”, scritta in una immaginetta (Sorelle Trappiste del Monastero di Nostra Signora di San Giuseppe, Vitorchiano) in cui è rappresentata una lavandaia che lava i suoi panni sulla pietra della sponda di un fiume e recita così:
“Signore non conta che io faccia grandi o piccole cose, ma che il tuo amore mi trovi attento quando tu mi chiamerai per nome.”
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P.S. Questa sera è stata una piacevole sorpresa vedere S.E. Mons. Robert Francis Prevost presiedere in San Pietro, insieme a Papa Francesco, la Santa Messa in onore di Nostra Signore di Guadalupe. Ho avuto il piacere di conoscere Mons. Prevost, tanti anni fa, a Lecceto.