La stagione estiva fa pensare al mare, con la sua offerta di refrigerio e distensione. Il mare con le sue onde, e quel loro caratteristico ritmo, un suono che distende e fa pensare: lo sciabordio.
A volte le onde sono impercettibili increspature della superficie dell’acqua; altre volte, veri cavalloni spumeggianti. L’onda ha questo di speciale: attrae e incute timore. Affascina per la mobilità e la forza, così ricca di energia, a volte eccessiva. Proprio per questo incute anche timore, perché l’onda può sommergere, travolgere, spaccare e spazzare via ogni cosa.
Corrente di vita e di morte, l’onda.
Un’onda mite, silenziosa e divina trabocca dal costato dell’umile Gesù aperto sulla Croce: il suo sangue. Dono ultimo, estremo, sovrabbondante. Dono della vita fino all’ultima goccia.
Onda di vita e di morte.
Di morte, perché sommerge e prosciuga quelle paludi mortifere e maleodoranti che ristagnano dentro di noi: vecchiaia del cuore e malattie dello spirito.
Di vita, perché ci lava, ci lava interiormente e per questo risana, guarisce, vivifica.
In quest’onda buona, salutare, ricca di energia, pura, vivificante, curativa, possiamo tuffarci senza paura, in totale confidenza. Quel sangue così prezioso vuole raggiungere i punti più remoti del nostro essere e irrorarli della sua grazia fino a ridondare in vita per tutti: quante relazioni ammalate, ferite, spezzate hanno bisogno di essere raggiunte da quest’onda risanatrice che riavvicina, ricollega, ripara, ricostruisce e riconnette.
Il sangue dell’umile Gesù trasforma in dolcezza anche le contrarietà più amare; ne era convinta Santa Caterina da Siena, che così scrive a fra Tommaso della Fonte (Lettera 25):
«Carissimo padre in Cristo, dolce Gesù. Io Catarina, serva dei servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi bagnato nel sangue di Cristo crocifisso, il quale sangue inebria, fortifica, scalda e allumina l’anima della verità: e però non cade in menzogna. (…) E però è forte l’anima, perché nel sangue è stata alluminata dalla verità; ha cognosciuto e veduto coll’occhio dell’intelletto, che la prima Verità il creò per dargli la vita durabile a gloria e loda del nome suo. (…)
Or così voglio, carissimo padre, che dolcemente ci inebriamo e bagniamo nel sangue di Cristo crocifisso; acciocché le cose amare ci paiano dolci, e i grandi pesi leggeri; delle spine e triboli traiamo la rosa, pace e quiete. Altro non dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore».

