Sembrano alberelli di Natale: simpatici e allegri, carichi di ricci che proteggono frutti deliziosi. I castagni hanno, ad ogni stagione, qualcosa da offrire: in primavera, il profumo delle loro fioriture; in estate, l’ombra; in inverno, il loro sonno. In questa stagione, le castagne. Ci mettiamo di lena a raccoglierle. Ma
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A chi non sarà capitato di provare una sensazione di monotonia, quando le giornate si susseguono uguali a se stesse. O quando certe situazioni non le vediamo sbrogliarsi. Allora ci sembra di stare davanti ad un interminabile muro di cemento, uniforme, invalicabile. Potremmo star lì a lambiccarci il cervello per
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La Casa dove abbiamo vissuto qui a Rossano per dieci anni prima di trasferirci nel Monastero vero e proprio era concepita tutta attorno ad una scala. Gli spostamenti da un piano all’altro non passavano inosservati: ogni volta si sentiva il rumore dei passi di chi saliva o scendeva. Eravamo diventate
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Geniale. Semplicemente geniale. In una piccola parola, un mondo. Un cammino. Un modo di vivere e di incarnare il Vangelo. Minorità: questa parola geniale l’ha inventata San Francesco, di cui oggi si celebra la festa liturgica. Si fa festa intorno alla dimensione della minorità, che per lui è stata un’intuizione
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D’accordo, non è la prima parola che può venire in mente davanti a questa foto. Però, proviamo a guardarla per almeno dieci secondi. Magari possiamo anche immaginarci nei panni di quella figura minuscola, là in fondo, accovacciata e pensosa: chi è? Che sta facendo? Che sia una monaca? Oltranza. Richiamo
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Il nome ha origine malese, pare, e significa: “albero del paradiso”. Questa pianta si riproduce con estrema rapidità, e ormai non c’è luogo, terreno, crepaccio, dove non attecchisca, un po’ dovunque. Il fatto è che prende piede; cioè, dove arriva e si moltiplica, non lascia spazio ad altre colture. Si
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Le parole del Lunedì/ PORTAMENTO Quando arrivammo qui, ed era il 2009, ci accolse, unica creatura viva in mezzo a una costruzione del tutto morta e in abbandono. Il platano era là, al suo posto, gigantesco e florido, generoso nell’offrire il verde delle sue larghe foglie e la sua ombra
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Un pomeriggio terribile, appena tre settimane fa. Impotenti davanti ad un incendio devastatore, arrivato fino a noi. Le fiamme sembravano eruttate dalla bocca di un drago. Castagni rigogliosi e immobili, inghiottiti in un attimo. Corbezzoli, ornielli, roverelle ridotti a tizzoni fumanti. Un disastro. L’indomani, tutta la montagna intorno e di
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Chissà perché ci portiamo nella testa l’idea che le comunicazioni importanti debbano avvenire quasi in maniera straordinaria e fuori dal comune. Le parole di chi ci sta vicino e ci conosce le sentiamo feriali, quasi scontate, e d’istinto siamo portati a dubitarne. Ma quando a pronunciarle sono persone “esterne”, allora
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Aliqua portio «…Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato…» (Gen 2, 7-8). Siamo ormai giunti sulla
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